Gli Stati Uniti hanno di fronte un problema non da poco: un disavanzo di 1.200 miliardi di dollari. Per porre rimedio a questo deficit, si era pensato di creare una sorta di super commissione, che riunisse democratici e repubblicani al fine di sostenere nuove politiche per la risoluzione di questo buco economico. Una super commissione che non ha trovato però l’accordo fra repubblicani e democartici, un fattore preoccupante per l’economia di una delle principali economie mondiali. E’ chiaro che in questo modo non si potrà andare avanti: l’obiettivo principe del governo americano dovrà essere quello della riduzione di questo disavanzo. Ma senza un accordo – fanno sapere da Washington – c’è il rischio di tagli automatici alla spesa degli Stati Uniti per i prossimi dieci anni. Questa situazione è sotto l’occhio vigile ed attento delle agenzie internazionali di rating: già ad agosto, S&P aveva tagliato il rating agli Stati Uniti, passando dalla tripla A (Aaa) ad uno storico taglio a doppia A (Aa). In questi giorni anche Fitch ha lasciato intendere che le difficoltà degli Stati Uniti non passeranno inosserate, nel prossimo mese (o più probabilmente la prossima settimana) verrà esaminata la situazione americana e verrà presa una decisione sul rating statunitense: attualmente Fitch ha valutato il rating americano con la tripla A (Aaa) ed un outlook stabile. Standard and Poor’s ha deciso di lasciare invariata la valutazione del rating americano, dunque Aa+ con outlook negativo, mentre Moodys ha al momento lasciato la tripla A (Aaa) ma con outlook negativo.
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