Scorte USA sopra le attese. Iraq, Iran e Nigeria che non parteciperanno al vertice del 30 Novembre. Sembra sempre più difficile che a Vienna l’Opec possa uscire con un accordo in mano. Il Prezzo Petrolio ne risente e torna a scendere nella seduta odierna di mercato. Quotazione attualmente a 45,30 dollari al barile, in ribasso dello 0,26%. L’asset prova a resistere, con le buone intenzioni dell’Arabia Saudita. Il Regno pronto a togliere il timbro «Top secret» sulle riserve petrolifere. Ma i dubbi restano.
Prezzo Petrolio: l’Iraq e i contratti con major
Difficile rimane soprattutto la situazione dell’Iraq. Che sembrerebbe impossibilitata a partecipare al taglio della produzione di greggio, a causa dei contratti con major.
In sostanza, lo Stato dovrebbe risarcire le società petrolifere internazionali, nel caso in cui venisse posto l’obbligo di stop alla produzione. Dunque è quasi certo che il Paese non potrà partecipare all’accordo sul quale ancora si sta lavorando con intense negoziazioni.
La clausola del risarcimento riguarderebbe anche colossi come Shell, Exxon Mobil e ENI, che però non hanno commentato la notizia.
A preoccupare ora è anche il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Non è infatti ancora chiaro come si comporterà Donald Trump nei confronti delle materie prime. I grossi investimenti voluti dal tycoon americano includerebbero piuttosto l’economia cinese. Attualmente, Trump non ha ancora mosso un dito e ciò che sta accadendo in Borsa è solo speculazione dei mercati.
Come detto, i prezzi in salita derivano soprattutto dalle Borse asiatiche.
Oggi, intanto, si terrà il vertice informale dell’Opec a Doha. Il greggio rimane al momento sotto pressione. Tuttavia, con la Russia che finalmente sembrerebbe aver detto SI all’accordo, l’incontro potrebbe dare esito positivo.
Arabia Saudita: sì alle cifre ufficiali
Sul fronte saudita, il Regno si appresta a rendere note le cifre ufficiali delle riserve di Petrolio. Ciò non accadeva dal 1980.
Ma il colosso Saudi Aramco sta per approdare in Borsa, e dunque è necessario ricorrere alla trasparenza. Tanto più che il governo saudita spera di guadagnare dalla quotazione circa duemila miliardi di dollari.
Il ministro del Petrolio, Khalid al-Falih, in merito alla questione ha dichiarato che:
“Sarà la quotazione più trasparente di tutti i tempi di una compagnia petrolifera. Condivideremo tutto di Saudi Aramco, tutto sarà verificato da terzi indipendenti”.
Dunque anche riserve, costi e redditività.
Proprio l’Arabia Saudita ha un ruolo cruciale nelle negoziazioni sull’accordo al taglio della produzione.
Prezzo Petrolio in attesa quindi di notizie, sperando che siano buone.